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Collana di Studi iranici e islamici

Ferdows

Ferdows, parola di origine antico-iranica (pairidaeza) da cui deriva in più lingue “paradiso” e che è presente anche nell’arabo del Corano in forma di firdaws, rievoca primariamente un giardino cintato, separato dal deserto con la sua aridità e i suoi pericoli, ricolmo di inebrianti fiori fontane e acque correnti; in secondo luogo, richiama quell’eterna dimora primordiale a cui poeti e scrittori di tutti i tempi hanno aspirato, tra i quali anche il grande poeta persiano Hāfez (XIV sec.) che la fa riecheggiare in questi versi: Io ero un angelo e il sublime paradiso era la mia dimora / fu Adamo a portarmi quaggiù in questo convento di rovine.

Ferdows diventa nella cultura iranica e islamica una magnifica pervasiva metafora del mondo della poesia e delle lettere, al punto che più opere persiane turche e arabe si intitolano “Il Giardino” o “Il Roseto” e simili. Questo nome altamente evocativo intende dunque essere di buon auspicio per una collana che vuole accogliere testi, anche in traduzione, ricerche e saggi relativi a questa macro-area culturale, dall’antichità sino all’epoca contemporanea.

Proposte

Eventuali proposte potranno essere inviate al direttivo della collana a questo indirizzo email: ferdows@writeupbooks.com.

QUI è possibile scaricare le norme redazionali della collana.

Direzione
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
Nahid Norozi

Nahid Norozi, ricercatrice senior di Lingua e Letteratura Persiana presso l’Università di Bologna, è codirettore dei «Quaderni di Meykhane» che ha fondato nel 2011 con Carlo Saccone ed è nel comitato direttivo della collana Quaderni di Studi Indo-Mediterranei. I suoi interessi scientifici riguardano principalmente l’epica e il romanzo persiano medievale e la trattatistica mistica arabo-persiana. Ha pubblicato numerosi articoli e traduzioni di autori persiani contemporanei e medievali su varie riviste scientifiche, e ha curato i seguenti volumi: Najm al-Din Kubrà, Gli schiudimenti della Bellezza e i profumi della Maestà (Mimesis, 2011); Sohrāb Sepehri, Sino al fiore del nulla. 99 poesie (Aracne, 2014); Khwāju di Kerman, Homāy e Homāyun. Un romanzo d’amore e avventura dalla Persia medievale (Mimesis, 2016) e al-Sahlajī, Il libro della Luce. Fatti e detti di Abū Yazīd al-Bistamī (Ester, 2018); Gorgāni, Dieci lettere di Vis a Rāmin sulla crudeltà. Il più celebre epistolario amoroso del medioevo persiano (Carocci 2022). Si è interessata anche di aspetti linguistici nel volume Prestiti arabo-persiani nella lingua spagnola (CEB, 2014). Ha pubblicato le seguenti monografie: Il cavallo selvaggio dell’ira. Introduzione alla poesia di Aḥmad Shāmlu, poeta ribelle del ’900 iraniano (CEB, 2017); Esordi del romanzo persiano. Dal Vis e Rāmin di Gorgāni (XI sec.) al ciclo di Tristano (Edizioni dell’Orso, 2021,  2022); “La mia spada è la poesia”. Versi di lotta e d’amore nella poetessa persiana Simin Behbahāni (WriteUp Books 2023); Amori e demoni nel Libro di Sām. Storia di plagi riscritture e collages in un epos persiano cripto-mazdeo, dal XI al XVII sec. (Mimesis, 2024). Ha inoltre curato tre volumi degli Atti dei Convegni Bolognesi di Iranista (CoBIran), tra cui: Come la freccia di Ārash. Il lungo viaggio della narrazione in Iran: forme e motivi dalle origini all’epoca contemporanea (Mimesis 2021).

Comitato scientifico
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Adam, l’uomo nel Terzo Testamento. Dal primo uomo all’homo islamicus. Letture coraniche III

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E’ facile constatare come siano ancora troppe le persone, anche tra gli intellettuali, a digiuno persino di nozioni elementari concernenti l’Islam, il suo Profeta e il suo libro sacro per eccellenza, il Corano. Questo antico testo brulica letteralmente di personaggi biblici, dai grandi profeti di Israele sino a Giovanni Battista e Gesù. Adamo è un’altra figura biblica riciclata nel Corano in modalità piuttosto originali: peccatore sì, ma il suo peccato non ricade sull’intera umanità; anzi egli viene subito perdonato da Allah che ne fa il suo primo vicario in terra e il primo profeta dell’umanità.

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