Hermes è un dio molteplice, poliedrico: è uno scriba, un ladro, lo ritroviamo ovunque c’è vita, per le strade, alle porte, nei templi e nelle piazze; sui prati, nelle palestre, nelle tabernae e nei lupanari a ricordarci che la realtà ha sempre la meglio sulla morale.
Ma Hermes è anche un Salvatore: così è dipinto nell’Odissea, ed è in tale veste che nell’antichità cristiana è spesso assimilato a Gesù. Questo libro racconta la storia di un cristianesimo ‘alternativo’ che ebbe in Egitto, e in particolare ad Alessandria, il suo principale centro di elaborazione e diffusione. Un movimento religioso e sociale, fortemente radicato nella temperie culturale del Vicino Oriente ellenizzato, articolato in diversi gruppi e correnti. Una delle più ‘esoteriche’ di tali cerchie, reinterpretando scritture cristiane e fonti pagane, aveva identificato nell’Hermes greco e nei misteri cultuali a lui collegati l’antesignano del Gesù Salvatore, un dio che poteva condurre l’uomo nell’oscurità dell’Ade così come poteva sottrarvelo.
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