Nella sua lunga “carriera”, la dea Ištar (la sumera Inanna, divinità della fecondazione ma anche della guerra) è stata protagonista di una lunga serie di episodi in cui appare sotto luci diverse. Nel poema di Gilgameš assume un aspetto negativo: quello di una “ninfetta” assetata di sesso che dopo avere sedotto i suoi amanti li punisce ed umilia. Qui viene riportata la parte in cui è inserito l’episodio, con una analisi letterale dei vari termini utilizzati e vari esempi di traduzione tratti dalle opere di una decina di differenti studiosi.
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