La basilica romanica di Sant’Eustorgio a Milano conserva nel proprio spazio sacrale tesori e segreti. Lì troviamo il sepolcro dei Magi evangelici, oggi praticamente vuoto poiché le reliquie vennero trafugate dal cancelliere imperiale del Barbarossa e portate nel Duomo di Colonia, dove tuttora sono custodite. Ancora, tra i suoi misteri, c’imbattiamo in una figurazione sinistra, un dipinto che ritrae la Madonna con corna luciferine; una maternità diabolica le cui vicende sono legate all’eresia catara, un’antica forma di dualismo medievale.
Il dipinto mette in scena una sorta di «trinità diabolica» di cui parlano lontani rituali gnostici, nei quali il neofita è tratto simbolicamente dalla morte alla vita, dall’oblio alla resurrezione. Chi fruisce del rito diventa inattaccabile a ogni potenza che non sia quella divina, e grazie a tre nomi si libera della trinità malefica. Un rito che ha il potere di dissolvere la magia, di dominare l’istante, di difenderci dalla paura della morte, perché come le fiabe lette da bambini ci familiarizza con essa.
Una tradizione inquietante, che trae la sua realtà da remoti esorcismi di Magi e Caldei di Babilonia.